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giovedì 25 novembre 2010

The Social Network: manuale per Manager?

Ieri sera sono andato a vedere il film "The Social Network" e personalmente l'ho trovato interessante. Oltre all'argomento trattato, le vicende sulla nascita di Facebook, mi è piaciuta molto la regia basata su un sapiente flashback rapido e veloce come a voler trasmettere il contesto vivace e dinamico in cui questo social network ha avuto origine, i.e. Harvard. Inoltre anche la ricostruzione della vita universitaria americana che fa da sfondo a quasi tutta la narrazione è davvero ben fatta.

Il film mi ha dato sicuramente tanti spunti e penso che sia marginale ridurlo soltanto alla narrazione della questione se Mark Zuckerberg (Metto la sua voce di Wikipedia per approfondire) abbia rubato o meno ad altri l'idea di Facebook. Anzi penso che Zuckerberg sia stato bravo nel realizzare qualcosa che nel panorama di internet mancava: un social network che fosse aperto (nel senso più internettiano del termine) e al tempo stesso esclusivo (Dopotutto a cosa serve la facoltà di Accettare o meno l'Amicizia da parte di un'altro utente?) ma che proprio per questo anche altri possano aver avuto un'idea simile.

Ciò che però mi ha più colpito è l'immagine che il film fornisce di Zuckerberg. Lui ne esce come il tipico nerd mostruosamente intelligente ma altrettanto carente sul piano dei rapporti umani. Ovviamente è un film e come ogni opera narrativa applica ai fatti realmente accaduti un filtro oltre ad aggiungere elementi più meno verosimili: la cosidetta romanzatura. Penso però che l'immagine data del nostro Zuckerberg non sia poi tanto lontana dalla realtà, forse hanno voluto marcare un pò troppo la sua imbranataggine col gentil sesso, ma ritengo comunque che uno studente universitario capace di diventare miliardario in un paio d'anni abbia sicuramente le qualità intellettuali per essere definito un genio e si sa genio è sempre sinonimo di sregolatezza. 

Proprio questo aspetto mi ha fatto riflettere su come una persona con una grande intelligenza sia  spesso invece carente sul piano dei rapporti umani rischiando così di compromettere le sue qualità con questi suoi difetti. Le mie esperienze personali e lavorative mi hanno insegnato come invece spesso i rapporti umani possano costituire un importante elemento in qualsiasi iniziativa e offrono risorse e opportunità che spesso la sola intelligenza non ha. Lo stesso Zuckerberg (nel film) crea Facebook coinvolgendo alcuni amici dell'università a cui attribuisce vari compiti nella realizzazione del suo (un'altro spunto interessante sarebbe la fortissima voglia di affermazione personale del protagonista messa in luce dal film ma la mia riunione delle 18.00 non mi permette di dilungarmi oggi) social network eppure quando cominciano le vere difficoltà e dovrebbe allora comportarsi in modo coinvolgente nei confronti di chi gli rivolge accuse e critiche si chiude stupidamente in se e solleva un muro anzichè condividere il suo progetto e quindi il suo successo.

Trasponendo queste considerazioni nella mia realtà lavorativa posso dire che la storia narrata nel film sicuramente contiene ottimi consigli mostrando molti errori che non dovrebbero mai essere fatti da manager che si trovano a gestire diverse persone e spesso a coinvolgerle nella realizzazione di un processo complesso e che non può essere fatto da una sola persona. E tutto questo può essere fatto ascoltandone le istanze, le idee e i pareri ma soprattutto trasmettendogli le proprie.

A voi il trailer a me la preparazione della riunione.

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